La Repubblica: Σώθηκαν οι τράπεζες και όχι οι Έλληνες *Atene, le accuse alla Troika: "Salvate le banche e non i greci"

Με τον τίτλο «Αθήνα, οι κατηγορίες στην Τρόικα: σώθηκαν οι τράπεζες και όχι οι Έλληνες», άρθρο της εφημερίδας La Repubblica, αναφέρεται στην Ελλάδα, παραθέτοντας έρευνα της βρετανικής μη κυβερνητικής οργάνωσης Jubilee Debt Campaign.

«Το πρόγραμμα διάσωσης, - αναφέρει σύμφωνα με τον δημοσιογράφο Έτορε Λιβίνι ο μη κυβερνητικός οργανισμός - δημιουργήθηκε για να σωθεί ο χρηματιστικός τομέας, μεταθέτοντας το χρέος από τον ιδιωτικό στον δημόσιο τομέα. Λιγότερο από το 10% των διακοσίων σαράντα δισεκατομμυρίων ευρώ που δόθηκαν υπό την μορφή δανείου στην Ελλάδα, κατέληξε πραγματικά στους πολίτες. Με τα υπόλοιπα πληρώθηκαν οι τόκοι ή στηρίχθηκε ο τραπεζικός τομέας».
Σύμφωνα με την εφημερίδα, «τα συμπεράσματα της μελέτης αποτελούν στήριξη στο εκλογικό πρόγραμμα του ΣΥΡΙΖΑ, ο οποίος ζητά περικοπή του χρέους για να δοθεί νέα ώθηση στην οικονομία».
Ο βρετανικός μη κυβερνητικός οργανισμός, γράφει η Λα Ρεπούμπλικα, αναφέρει παράλληλα ότι «αν η Διάσκεψη για το Χρέος αποτύχει δεν θα υπάρξει πρόβλημα, διότι η Αθήνα θα μπορούσε να κηρύξει χρεοκοπία, μένοντας όμως εντός του ευρώ, με ευνοϊκές επιπτώσεις για το ΑΕΠ».
Παράλληλα, η εφημερίδα υπογραμμίζει ότι «η Ελλάδα είναι θύμα των λαθών της» και ότι «χωρίς τα χρήματα της Τρόικας (που απαίτησαν δώδεκα δέσμες αιματηρών έκτακτων οικονομικών μέτρων) θα είχε χρεοκοπήσει εδώ και χρόνια».
Την ίδια ώρα σε συνέντευξή του σε εκπομπή του ιταλικού τηλεοπτικού καναλιού La7, ο πρώην πρωθυπουργός της Ιταλίας και πρώην υπουργός Εξωτερικών, Μάσσιμο Ντ΄Αλέμα, μεταξύ των άλλων, δήλωσε: «Ελπίζω ο ελληνικός λαός να αντιδράσει κατά των άδικων πολιτικών που του έχουν επιβληθεί. Διάβασα ιδιαίτερα ενδιαφέρουσες δηλώσεις του Αλέξη Τσίπρα, οι οποίες περιέχονται σε πρόσφατο βιβλίο-συνέντευξη».
ΠΗΓΗ: ΑΠΕ - ΜΠΕ

Atene, le accuse alla Troika: "Salvate le banche e non i greci"

 

 Per il Jubilee Debt Campaign il salvataggio di Bce, Ue e Fmi ha messo in sicurezza gli istituti ma ha affondato il paese: "Meno del 10% dei 240 miliardi di prestiti internazionali è andato davvero alla gente, il resto è finito a puntellare il settore del credito o per pagare gli interessi"

MILANO - Primo fatto: la Grecia è vittima dei suoi errori. Conti truccati e malgestione del servizio pubblico che nel 2010 hanno portato il paese sull'orlo del default. Secondo fatto: senza i 240 miliardi di prestiti agevolati della Troika (in cambio di dodici finanziarie lacrime e sangue) Atene sarebbe andata in bancarotta da anni e probabilmente sarebbe tornata alla dracma. Terzo fatto: i soldi di Bce, Ue e Fmi, così almeno sostiene la Ong inglese Jubilee debt campaign, non sono finiti alla gente, ma sono serviti "per salvare le banche europee".

I numeri, racconta lo studio pubblicato alla vigilia delle elezioni del 25 gennaio dall'organizzazione britannica, parlano chiaro: quando è partito il piano di salvataggio nel 2010 Atene era esposta con le banche e il settore finanziario in generale per 310 miliardi di dollari. L'intervento della Troika ha dato modo agli istituti di sfilarsi dalla partita senza danni o con perdite marginali girando il cerino proprio alla Troika. Ue, Fmi e Bce hanno oggi in portafoglio 247 miliardi del debito greco (il 78% del totale) sotto forma di prestiti con gli interessi congelati fino al 2020, tasso dell'1,5% e scadenza media a 32 anni.

Dove sono finiti i soldi prestati dai generosi partner internazionali? "Oltre 34 miliardi sono serviti per finanziare la ristrutturazione del debito privato del 2012 - calcola Jubilee debt campaign - 48,2 per ricapitalizzare le banche elleniche e 149,2 miliardi per pagare gli interessi e il capitale degli stessi crediti della Troika". Il risultato finale è figlio della matematica: ai greci sono finiti poco più di 20 miliardi, "meno del 10% del totale". Il piano di salvataggio - sintetizza la Ong - "è stato congegnato per salvare la finanza, spostando il debito dal settore privato a quello pubblico".

Accuse pesanti. Ma non le uniche di Jubilee Debt Campaign. "Il debito andava tagliato già nel 2010 - dice l'organizzazione *- come suggerito da diversi paesi nel board del Fondo Monetario, Brasile, India, Iran e Argentina in primis". Invece si è scelto di chiedere ad Atene sacrifici pesantissimi che hanno bruciato un quarto del pil nazionale in 5 anni. "E il debito del paese nel frattempo è salito dal 133% del pil al 174%". Più alto del livello raggiunto nel 2012 dopo che i creditori privati hanno accettato di tagliare del 70% la loro esposizione.

La conclusione dello studio è un assist al programma elettorale di Syriza, che chiede un taglio all'esposizione per poter rilanciare l'economia nazionale. Accordo da definire in una Conferenza internazionale simile a quella che nel 1953 ha sforbiciato del 50% il debito post-bellico della Germania. Se la Conferenza su Atene fallisse, nessun problema, conclude la Ong: "Atene potrebbe fare default ma rimanendo nell'euro". E il Pil nazionale, come successo nell'Argentina, avrebbe poi solo da guadagnarne.  

πηγηhttp://goo.gl/pOqJZc

Δεν υπάρχουν σχόλια :

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...